Interviste

 INTERVISTA (02/2021)

per la pagina culturale RDP Cultura a cura di Renato di Pane


1) Quali sensazioni provi davanti a un foglio bianco?
Non sono mai le medesime sensazioni. Premetto che quando avverto il bisogno di scrivere qualcosa, significa che un evento o un pensiero ha suscitato in me un'emozione o una sensazione forte, positiva o negativa che sia. Difficilmente scrivo “a comando” o su commissione.
Di conseguenza, nel momento in cui mi pongo davanti al foglio bianco, sono quelle stesse emozioni che chiedono di imprimersi sulla carta e nell'istante in cui poggio la penna sul foglio, dalla mia mente fluiscono una cascata inarrestabile di parole spinte dalle emozioni. La sensazione che però è presente sempre è quella che provo quando concludo la scrittura di una poesia, ossia una sensazione di appagamento, di leggerezza e di pace. In effetti, credo fermamente nella capacità antistress e liberatoria della scrittura.
2) Quali parole si ripetono costantemente nei tuoi versi?
Nei miei componimenti le tematiche trattate maggiormente sono l'amore,
la vita, la natura e il rapporto con essa, l'esistenza, la spiritualità, etc, quindi le parole più ricorrenti sono quelle legate a questi argomenti, quindi: passione, essenza, spirito, ricordo, sguardo, carezza, emozione, etc
3) Quando ti senti maggiormente ispirato?
Non c'è un momento preciso in cui sento di dover scrivere, infatti cammino
costantemente con un taccuino e una penna nella giacca, potrei scrivere in qualsiasi momento: seduto su una panchina, durante il pranzo, mentre sono fermo in un parcheggio, in una sala d’attesa, etc. È normale che alcuni luoghi favoriscono l’ispirazione più di altri, per esempio: una spiaggia deserta, un bosco, la riva di un fiume, luoghi che frequento spesso quando svolgo le sedute di meditazione, tempo permettendo. Un qualcosa che mi aiuta fortemente durante la scrittura è la musica classica che mi permette di mantenere la concentrazione e di potenziare l’ispirazione. Funziona come una sorta di “doping" poetico, almeno nel mio caso.
4) Come definiresti la poesia?
Penso che la poesia sia come una fedele amica alla quale confidare le proprie esperienze, le proprie emozioni, senza alcun velo e senza paura di essere giudicati, utilizzando il linguaggio che più ci aggrada. Ci aiuta a fare anche dell'introspezione psicologica sottolineando aspetti del nostro essere non facilmente visibili, permette di sfogarci, di raccontarci ma anche, come ho anticipato prima, di liberarci da eventuali fardelli o nodi, avvertendo successivamente un'enorme leggerezza e serenità d'animo.
5) Tra i poeti del passato, a chi ti senti più vicino/a da un punto di vista stilistico?
In realtà, nonostante sia un grande appassionato di poesia e abbia i miei poeti preferiti, tra i quali D'Annunzio, Leopardi, Petrarca, etc, non mi sento di paragonarmi a livello stilistico a nessuno di questi mostri sacri. Ad ogni modo, credo che ognuno di noi, poeti per passione, abbia uno stile proprio e unico, a prescindere dalle qualità e dalle capacità poetiche.
6) Hai già scritto una tua silloge? 
No, anche se in passato ho avuto differenti proposte da alcune case editrici. Al momento, ho solo pubblicato dei mini corpus poetici di una decina di componenti su alcune riviste e antologie insieme ad altri poeti.
7) Scrivi anche opere di narrativa o altri generi non poetici?
No, non ho ancora scritto opere di narrativa ma è mia intenzione in futuro cimentarmi nella scrittura di un romanzo o di qualche saggio etc. Comunque, devo dire che è da oltre dieci anni che per lavoro scrivo articoli scientifici su riviste e magazine.
8) Quale consiglio daresti affinché si avvicinassero più giovani alla poesia?
Se si parla di avvicinarsi al mondo della scrittura poetica, a mio avviso, la poesia, tra tutti i generi letterari, è un genere che purtroppo non si può scegliere di intraprendere senza sentirlo veramente proprio; in effetti è la Poesia che ci sceglie! Il poeta sente la sua chiamata, sente il bisogno di scolpire le proprie emozioni sulla carta, è un po' come una vocazione religiosa. Dunque, non si può scrivere poesia a comando, ossia senza un forte richiamo. Quindi il mio consiglio è di non forzarsi ma di attendere la “chiamata” poetica, il resto verrà da sé. Se si parla invece dell'avvicinarsi alla lettura di componimenti poetici, il  consiglio che posso dare è di pensare che leggere componimenti  poetici permette in maniera veramente veloce di catapultarci in una scena, in un pensiero, in un’ immagine, spingendoci a “vedere", “sentire" e “provare" quello che il poeta ha visto, sentito e provato, ma anche a riflettere su sfumature differenti e non sempre evidenti, a pensare da punti di vista nuovi e a percepire il mondo con altri occhi e questo, senza ombra di dubbio, risulta essere altamente formativo ed  educativo per crescere e migliorare sé stessi.
9) La sana condivisione culturale può davvero esistere?
Si assolutamente, può e deve esistere. Chiaramente, tutto ciò potrà esistere fino a quando esisteranno persone e gruppi culturali che vedranno nella condivisione un’occasione di umile confronto e di sana crescita e non un modo per mettersi in mostra o per competere in modo ostile e sterile.
10) Un tuo pensiero sull’attuale situazione Covid-19.
Questo 2020 che si è appena concluso è stato veramente difficile per tutti noi;
il mondo intero si è trovato davanti ad una situazione mai vissuta prima, almeno in tempi recenti, venendo messo a dura prova sia dal punto fisico ma soprattutto psicologico. Molti hanno sperimentato sfortunatamente sulla propria pelle il significato delle parole: “rinuncia", “perdita", “solitudine", “limite", etc. Volendo far emergere una nota positiva da tutto questo, credo che nonostante tutto, quest'anno ci sia servito per fortificare il nostro spirito, per riflettere sul senso della vita e su noi stessi e per capire ciò che è realmente importante in questa vita, scoprendo che la salute e la libertà, due concetti che spesso vengono sottovalutati e dati per scontati, in realtà sono il vero fondamento per vivere un'esistenza ricca e realmente serena. Ad ogni modo, sono convinto e mi auguro di cuore che questo nuovo anno sarà per tutti noi un anno di ripresa e di crescita da ogni punto di vista.

INTERVISTA (24/09/2022)

               per la Rubrica "Poesia e dintorni 2022" - FranceRadioAppel 

                                        
1) Come si diventa poeti? Ha seguito dei corsi di poesia?

No assolutamente, ogni individuo è un potenziale poeta, le uniche cose che servono sono una sensibilità spinta, una buona dose di creatività, la passione per la scrittura e la volontà di raccontarsi ed esprimere le proprie emozioni e le proprie idee. 
A quel punto basta solo una penna, un foglio e del tempo libero.
Non esistono, per l'appunto, dei corsi di laurea o scuole di poesia, e secondo me non avrebbe neanche senso averne, io ho iniziato da bambino a 10-11 anni circa con piccoli pensieri e filastrocche e non ho più smesso. 
Oltretutto, il mio background è completamente distante dal mondo letterario, essendo un ingegnere elettronico in ambito di ricerca, ma questo non mi ha per nulla impedito di amare la scrittura e di dedicarmi alla poesia e all'arte letteraria in generale. 

2) Quali sono le regole per scrivere una poesia?

Paradossalmente, nonostante a livello accademico la poesia possa essere studiata tecnicamente sulla base della metrica, che formalizza la struttura sintattica e lessicale di una poesia, studiando le sillabe, i versi, le strofe, le rime, le figure retoriche e metriche, etc, la parola "regola" a mio avviso è proprio l'antitesi della parola "poesia".
Poesia è sinonimo di Libertà, non ci sono vincoli o regole di forma o contenuto, di lunghezza o di registro, ogni poeta ha il proprio stile e il proprio modo di essere ed è giusto che li esprima nella maniera che più lo aggrada. Perché credo che la poesia debba essere come uno specchio in cui riconoscersi e quindi forzarsi a seguire dei dettami limita e spersonalizza pesantemente il proprio Io, come indossare un vestito che non ci piace o di una taglia diversa. 

3) Qual'è il fine della poesia per lei?

Poesia significa anche comunicazione e pertanto il suo scopo è quello di trasmettere un'emozione ma anche di suscitarla, di far riflettere, di raccontare ma anche di insegnare, di dare un messaggio provando quasi a disegnare nella mente del lettore, facendolo proprio entrare in prima persona nel testo. 

4) Come si coglie il senso di una poesia?

Non è facile coglierlo in pieno, pochi ci riescono ma è una cosa più che normale.
Ogni persona è diversa, ha una sensibilità differente e una visione molto personale del mondo e delle cose.
Io dico sempre che quando si legge qualcosa si trasmette un pò di sè stessi al testo, si instaura quasi un dialogo tra noi e il testo scritto.
Mi capita spesso di parlare con i lettori che mi raccontano quello che provano leggendo i miei componimenti e talvolta si lanciano anche in un'interpretazione soggettiva che talvolta risulta essere calzante con quello che realmente volevo esprimere, talvolta per nulla, ma questo non è affatto un problema, anzi è auspicabile perché evidenzia come la poesia permetta di far spaziare la mente del lettore, il quale, in maniera molto personale, dà una sua lettura del testo che risulterà diversa da quella di un'altra persona. La poesia ha il merito di fungere, anche nel caso del lettore, da specchio per mostrarci quello che cerchiamo intorno a noi e quello su cui ci soffermiamo.

5) A quale pubblico di lettori sono rivolte le poesie?

Nel mio caso sono rivolte a chiunque abbia la voglia di leggerle, non ho un target particolare e anzi penso che chiunque, a prescindere dall'estrazione sociale e culturale, debba essere in grado di leggerle e capirle. La poesia è un dono universale e pertanto dovrebbe essere per tutti senza distinzioni. Non siamo più nel medioevo in cui si scriveva in latino e non in volgare per limitare l'accesso ai testi ai soli nobili colti e istruiti. Per questa ragione, dipende molto anche dal tipo di registro e di stile che si utilizza.
In passato, nelle primissime fasi della mia attività, oltre 20 anni fa, amavo molto la poesia ermetica, mi vestiva a pennello questo stile e questo modo di vivere la poesia, in quanto amavo nascondermi dietro le parole e i versi apparentemente contorti e ostici, forse perché avevo timore del giudizio altrui e avevo quasi vergogna di mostrare quello sentivo realmente, quindi preferivo barricare l'accesso al vero significato dei miei testi. E questa barriera era per chiunque senza distinzione e infatti poche persone si soffermavano a leggere, scontrandosi contro un muro di parole. 
Successivamente però, maturando ho capito che la poesia è anche condivisione ed il bello è proprio quello di far capire il proprio messaggio agli altri, mostrare le proprie emozioni in maniera diretta e chiara, tenendo a mente che la poesia è innanzitutto "comunicazione di emozioni" positive o negative che siano e questa si attua solo e soltanto se il messaggio parte e arriva a destinazione. 
Bisogna capire che quando un lettore non capisce una poesia alla prima lettura, perché troppo complicata e difficile, proverà una seconda volta e magari una terza ma poi passerà oltre e di certo non si emozionerà e anzi al contrario si sentirà talvolta frustrato e magari limitato per non aver capito il testo, restando in uno stato di chiusura e inibizione, mentre la poesia deve essere sempre apertura e passione.

6) Che tipo di poesie ama leggere?

Poesie di ogni genere, ma in generale amo poesie semplici ed eleganti, non troppo articolate e che lasciano un insegnamento e che magari presentano dei versi memorabili ed originali.
Purtroppo, spesso leggo "poesie" che in realtà più che poesie sono un inutile sfoggio di erudizione, una lista di parole pesanti, auliche e talvolta forzate, messe lì non per comunicare ma giusto per mostrare ed ostentare cultura. 
A mio avviso, questo modo di scrivere crea solo distacco e freddezza.
È sufficiente un linguaggio semplice e leggero per raggiungere i cuori.

7) Che temi ama trattare nelle poesie?

Non ho una tematica fissa, vado un pò a sensazione, in base al momento, allo stato d'amimo, a quello che vivo e vedo in giro. Posso parlare della natura o dell'amore, della spiritualità o della politica, dell'arte o della vita. 
Non parlo per forza della mia vita privata, ma sicuramente parlo delle emozioni che provo vivendo la mia vita, camminando per strada, sognando ad occhi aperti, guardando gli altri, ammirando la natura, facendo proiezioni.

8) Quale è il suo stile poetico?

Diciamo che amando la libertà ed essendo un pò un ribelle, amo molto i "pensieri a getto", quelli che scrivi in qualsiasi momento, fermandoti ovunque per strada o svegliandoti di notte, infatti ho sempre un Moleskin in tasca e sul comodino. Prediligo i versi sciolti e liberi che danno spazio e libero sfogo ai flussi mentali senza costrizioni e limiti. 
Infatti ho un sito internet, una pagina Facebook ed Instagram che si chiamano "ParoleSenzaArgini", proprio per enfatizzare la mia idea di poesia. È vero che talvolta capita anche di scrivere poesie in rima ma molto di rado.

9) A quale tipologia di poesia si dedica maggiormente e perché?

Come le dicevo, mi diletto volentieri nelle poesie in versi sciolti e liberi, senza limiti di lunghezza o di tematica perché mi lasciano libero di esprime ciò che voglio, come voglio ma non disdegno le poesie più classiche come i Sonetti. Mi dedico anche agli Aforismi che mi permettono di esprimere in maniera concisa dei pensieri di varia natura;  al genere Haiku che è un genere poetico di origine giapponese poco conosciuto, che consta di soli tre versi da 5/7/5 sillabe a grande effetto, per comunicare una sensazione ed un'esperienza visiva in maniera immediata; amo anche la Corto-poesia italiana (ipseità dell'io), un genere poetico breve nato in Sicilia pochi anni fa, costituita anche essa da tre versi che ha lo scopo di trasmettere un messaggio di sensibilizzazione, di denuncia sociale e di messa in evidenza dei difetti e delle verità che ci circondano, facendo questo il poeta afferma la sua identità nel mondo e ne sottolinea gli aspetti più critici. 
Un genere molto originale che ho iniziato a trattare da poco è l'Erasure poetry che è più una tecnica che un genere. 
Prevede di scrivere una poesia, o meglio, di "trovare" una poesia, a partire da qualsiasi testo scritto: giornali, libri, riviste, etc. 
Si selezionano delle parole e si cerca di creare una poesia con un senso e successivamente si elimina il resto del testo con varie tecniche artistiche: disegni, collage, pittura o semplicemente annerendo le parole. 
Il risultato è qualcosa di unico e originale che dà ampio spazio alla creatività, unione di arte visiva e poesia.

10) Come ci si avvicina alla poesia e alla scrittura oggi?

In maniera molto spontanea, è sempre la poesia che ti sceglie, non siamo noi che scegliamo di poetare. 
La poesia è come la vocazione religiosa, è lei che ti chiama e a quel punto, lasci ogni cosa che ti impegnava, prendi un foglio e una penna in mano, apri la mente e soprattutto il cuore e butti giù parole e frasi fino a quando non ti senti soddisfatto, perché, come dicevo, la poesia è Libertà, la libertà di essere sempre sé stessi.


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