Olivier e Pierre

Nei pressi di un villaggio di minatori nella Provenza occidentale, viveva una famigliola di piccoli ricci che aveva una graziosa casupola fatta di rametti e foglie secche, ai margini di un boschetto di latifoglie.

Il più piccolo della famiglia si chiamava Olivier ed era anche il più vispo e vivace tra i suoi fratelli, cacciandosi spesso nei guai.

I genitori, molto apprensivi e premurosi, gli raccomandavano sempre di fare attenzione ai pericoli presenti nel bosco, soprattutto in primavera, dopo il riposino invernale, poiché tanti animaletti, come i tassi, le volpi, i gufi, i cinghiali e i falchi, avevano più appetito del solito.

<< Vi raccomando piccoli miei! Il bosco è molto pericoloso, ci sono tante creature cattive e malvagie che vogliono solo mangiarvi in un sol boccone! >> disse papà riccio.

<< Non fidatevi soprattutto dei falchi, sono animali terribili e senza pietà che vi scrutano dall'alto e vi colpiscono in un batter d’occhio senza lasciarvi alcuno scampo!! >> rincarò mamma riccio.

All’udire ciò, Olivier, che non aveva ancora mai visto un falco, ebbe un sussulto giù nello stomaco.

Qualche giorno dopo, camminando tranquillamente tra i cespugli profumosi del boschetto, alla ricerca di qualche polposo insetto o di qualche gustosa bacca, il piccolo Olivier fu distratto da un fruscio proveniente dai rami folti di una vecchia quercia lì vicino.

Dopo qualche istante, gli spuntò davanti un esile animaletto pennuto, dal becco ricurvo con la punta nera e dalle piume bianche e marroni. Olivier si nascose immediatamente nel suo involucro aculeato mentre il minuto animaletto iniziò a parlare: << Scusami tanto, non volevo spaventarti! Mi chiamo Pierre e sono un falco pellegrino, sono appena arrivato dal Madagascar con la mia famiglia e non conosco ancora nessuno. Vorresti giocare con me? Sai, ho imparato tanti giochi simpatici lì, vuoi che te li insegni? >>.

Il piccolo riccio a sentire la parola “falco", ricordando le parole dei suoi genitori, iniziò a tremare come una foglia e balbettando, sempre al riparo nel suo nascondiglio, rispose: << Vai via subito! So cosa sei e cosa vuoi farmi! Tu sei un animale cattivo e malvagio! Vai via da me e lasciami stare! >>.

All'udire queste parole, Pierre sentì scendere una lacrima sul suo giovane becco e trasformò l'entusiasmo iniziale e la gioia per aver trovato un altro animaletto con il quale giocare, in tristezza e dolore, chiedendosi il perché di tanta repulsione nei suoi confronti. Così, senza dire neanche una parola volò via.

Olivier, vedendo il falchetto andare via, spinse la testolina fuori e tirò un sospiro di sollievo, domandandosi sorpreso come mai fosse stato risparmiato da quella creatura ritenuta cosi malvagia.

Il giorno successivo, Pierre, planando ad ali spiegate sopra il villaggio e pensando ancora all’avvenimento del giorno prima, notò del movimento un po' strano all’interno del bosco. Incuriosito, decise di scendere giù, posandosi silenziosamente sui rami robusti di un albero. Da lì, riuscì a scorgere una volpe adulta intenta ad azzannare un fagottino scuro. Pierre, curioso piú di prima, scese più giù di un altro paio di rami e da quel punto riconobbe il manto aculeato del giovane riccio del giorno prima, il quale, tra le fauci della volpe, emetteva dei piccoli lamenti.

Senza pensarci due volte, il coraggioso Pierre, nonostante la sua piccola mole, si scagliò contro la volpe e con un colpetto ben assestato dei suoi piccoli artigli la ferì sul muso peloso, facendole mollare la presa e mettendola in fuga nella boscaglia.

<< Ehi tu, come stai? Tutto bene? Ci sei? >> chiese preoccupato il falchetto. Nessuna risposta giunse dal malcapitato riccio.

Dopo pochi minuti però, qualcosa iniziò a muoversi dal mucchietto di aculei e si vide un pallido musetto timidamente spuntare.

 << È tutto finito! Stai tranquillo, adesso sei in salvo, esci pure! >> disse Pierre sorridendo con i suoi occhioni scuri. << Ma tu non vuoi farmi del male? >> chiese Olivier ancora scosso e intontito.

<< Del male? E perché mai? Non vedi? Ti ho anche salvato da quel vecchio volpone affamato! >> replicò il giovane rapace.

<< Ma mi avevano detto che tu mangiavi i ricci! Che sei terribile! >> esclamò dubbioso Olivier.

<< Ascolta, io non ho alcuna intenzione di mangiare voi ricci, né tantomeno te! Volevo solo fare amicizia e giocare un po' >> replicò Pierre.

A quel punto, Olivier, rassicurato dalle parole e dall’eroico gesto di Pierre, uscì del tutto dal suo cantuccio sicuro e con l’aria sollevata fece un gran sorriso.

<<Ti ringrazio veramente per il tuo aiuto e scusami per ieri, non volevo offenderti. Purtroppo i miei genitori mi avevano sempre parlato male dei falchi ed ero molto spaventato…Ma oggi ho capito che tu sei diverso da ció che credevo! >>.

Pierre con aria serena e comprensiva rispose: << Caro amico non preoccuparti, spesso veniamo giudicati in base alla reputazione dei nostri simili ma non tutti siamo uguali per fortuna! >>. 

<< Hai ragione Pierre! E comunque, non mi sono ancora presentato, il mio nome è Olivier, piacere >> disse Olivier sorridendo imbarazzato.

I due piccoletti si scambiarono un sorriso e uno sguardo d’intesa, continuando a scherzare allegramente.

Da quel momento Olivier e Pierre divennero ottimi compagni di giochi e insieme passarono delle bellissime giornate primaverili in allegria e spensieratezza.

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