Serbato nel Cuore
Presto
vien quel che il pensier carezza
e lo sguardo effigia,
senza gelide note, senza logori rimpianti,
lì in quell’antro buio e vetusto
che si suol chiamare Cuore.
e lo sguardo effigia,
senza gelide note, senza logori rimpianti,
lì in quell’antro buio e vetusto
che si suol chiamare Cuore.
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