Lacrime del destino
Nascosto nella finta ombra di una fredda luce rimango,
scrutando discreto i tuoi gesti lenti ed eleganti, lontano e frigido paio,
ma contemplando quel cieco sguardo nel tuo profondo antro giungo,
lì dove nebbia e lacrime vivono ma mai emergono.
Origliando la voce dei tuoi silenzi, nel luccichio dei tuoi sorrisi dipinti, ti sento.
Mai così vicino fui,
carezzando quel cuore marchiato,
offeso da troppi cammini sterrati, da troppe gelide fiamme, da troppi sogni infranti.
In quell'arido deserto di amarezza e disillusione, seduta ti vedo, in un pianto che non piange,
bramando senza bramare,
guardando senza guardare,
sperando senza sperare.
Ma proprio lì dove l'angoscia giunse, ancora tutto può rinascere,
e solo accettando la propria storia, le proprie ombre,
lavando quelle sagome passate che nel tempo riemergono,
in un bagno di vivo perdono,
anche da una dura roccia il soffio ristoratore della vita può risorgere,
per illuminare quell'abisso che troppo soffocò ma che nulla ormai più potrà.
scrutando discreto i tuoi gesti lenti ed eleganti, lontano e frigido paio,
ma contemplando quel cieco sguardo nel tuo profondo antro giungo,
lì dove nebbia e lacrime vivono ma mai emergono.
Origliando la voce dei tuoi silenzi, nel luccichio dei tuoi sorrisi dipinti, ti sento.
Mai così vicino fui,
carezzando quel cuore marchiato,
offeso da troppi cammini sterrati, da troppe gelide fiamme, da troppi sogni infranti.
In quell'arido deserto di amarezza e disillusione, seduta ti vedo, in un pianto che non piange,
bramando senza bramare,
guardando senza guardare,
sperando senza sperare.
Ma proprio lì dove l'angoscia giunse, ancora tutto può rinascere,
e solo accettando la propria storia, le proprie ombre,
lavando quelle sagome passate che nel tempo riemergono,
in un bagno di vivo perdono,
anche da una dura roccia il soffio ristoratore della vita può risorgere,
per illuminare quell'abisso che troppo soffocò ma che nulla ormai più potrà.
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