In quel celeste abbraccio
Sovente,
errando assorto e solingo nell’iridato baratro del pensamento,
un cupo trèmito giunge repentino, cagionando un angusto patimento
e come il viandante che ramingo per lande gelide e romìte brama ristoro,
l’anima mia sospirando ansiosamente si unisce al medesimo coro;
dappoi, immerso nel nefàsto e tonante tumulto, scorsi un gèmino bagliore
che gremì vivacemente l’intimo lido con un armonioso albore,
fervido ed empiente tal’è come il nettare mielato dell’Elìsio,
che nessun cruccio oramai suscita alcun patìo,
giacchè, come vedette, le vetuste ed amabili presenze,
propalano un gradito candore e delle fragranti essenze.
un cupo trèmito giunge repentino, cagionando un angusto patimento
e come il viandante che ramingo per lande gelide e romìte brama ristoro,
l’anima mia sospirando ansiosamente si unisce al medesimo coro;
dappoi, immerso nel nefàsto e tonante tumulto, scorsi un gèmino bagliore
che gremì vivacemente l’intimo lido con un armonioso albore,
fervido ed empiente tal’è come il nettare mielato dell’Elìsio,
che nessun cruccio oramai suscita alcun patìo,
giacchè, come vedette, le vetuste ed amabili presenze,
propalano un gradito candore e delle fragranti essenze.
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