21 Dicembre

Tarda era ormai l'ora, gelida e assai scura la serata,
dall'alto, il niveo colle picchiettato sapientemente pareva,
da una ressa di tenui lumi che la gran valle cingeva,
e dal sorriso riflesso della Luna sulla distesa ghiacciata.  

I colori vividi ed accesi, le torride e lunghe ore del dì,
i fragranti compagni floreali e i loro verdi congiunti,
lascian libero il pensiero ai loro parenti appena giunti,
che con abil guisa, li conducono garbatamente lontan di lì.

Da lontano un grigio profilo, dal volto vizzo e scialbo
timidamente giunse alla porta, cosi lento e stanco,
era proprio lui, da tanti atteso, nel suo mantello bianco,
ora vecchio e canuto ma un tempo giovane aitante e falbo.

Riposando sospirante, nella calma di una vecchia baita,
propalante quel profumo secco e sicuro di larice e abete,
resta attonito a contemplare la brace ormai in quiete,
e nel silenzio solo il fruscio del vento che sul legno alita.

Pronto per concedere al mondo giornate colme di passioni,
piene di pace e serenità, fatte di abbracci e sguardi condivisi,
al lume quieto di un camino, con i volti dipinti da ampi sorrisi,
e con le menti intessute di ricche e traboccanti emozioni.

Adesso riposa profondamente come su di un seno materno,
quell'insolito vecchietto, attempato e alquanto assopito,
dagli occhi cerulei, ricchi di saggezza e di cotanto spirito ardito.
Chiunque lo ricorderà in eterno poiché il suo nome è Inverno.

Commenti